Storie da un mondo Senza paura
La preziosa lezione di
Veneranda
de nell’ufficio della Delegata anvolt di Trieste per raccontarci la sua esperienza con
la malattia e l’aiuto ricevuto dai volontaridell’associazione. «Non saprei come fare,
perché le poche centinaia di euro dellamia pensione non bastano certo a soddi-sfare le mie esigenze di persona anzianae malata» continua con gli occhi lucidi. È
una signora elegante, Veneranda, fortecome le persone temprate dalla vita e che
ormai, a loro discapito, sanno affrontare ledifficoltà. L’esperienza con il tumore è sta-
ta pesante anche per una tosta come lei. La sua vicenda di donna malata è ormai
più che decennale, con in mezzo ancheuno scompenso cardiaco che non l’ha cer-
to aiutata nel periodo di maggiore difficoltà. E, tra le altre cose, con un marito
ricoverato in maniera permanente in casadi risposo per l’Alzheimer. «Dopo una vita
insieme» ci dice «le nostre strade si sonopraticamente separate a causa dellamalattia, ma siamo uniti anche se lontani».L’hanno aiutata invece, e molto, i volon-
tari di anvolt Trieste, incontrati quasi per caso, che si sono presi cura di lei offrendole il trasporto per andare in ospedale a curarsi.
«Ho chiesto un aiuto quasi senza speranza di riceverlo» ci rivela adesso più
rilassata dallo scorrere del nostro dialogo«e invece l’ho ricevuto subito. Qualche
telefonata e i volontari di anvolt sono venuti a casa mia per garantirmi un po’ disostegno. Non lo dimenticherò mai».Veneranda ci racconta poi come sia
stato un problema, nel corso della sua vita, la lontananza del figlio: lui che, imbar-
catosi per il Galles tanto tempo fa, ormai abita lontano e non la può aiutare. E poi,
presa confidenza, la signora ci parla un po’ della sua vicenda con il cancro. «Era il
2001 e sono stata colpita da un tumore al seno sinistro.
La vicenda sembrava essersi risolta, seppur con fatica, nel corso del tempo, ma
ecco nel 2012 il ripresentarsi della malattia, questa volta nella parte destra del mio
corpo. A quel punto, vista anche la situazione con mio marito, non ho potuto far
altro che chiedere aiuto. Antonia, la delegata, e tutti i volontari di anvolt Trieste perme ci sono stati». Il rapporto della signoracon la delegazione di Trieste è quasi fami-
liare. Lei stessa ci racconta di come ogni tanto la delegata Antonia la chiami al
telefono e non la faccia sentire sola. Quando le forze glielo permettono, lei
stessa si presenta in Viale Miramare per salutare tutta la squadra di anvolt e sono
sempre incontri molto affettuosi. «Prima era tutto estremamente pesante» ci dice
«da quando ho conosciuto l’associazione invece ogni cosa, anche una difficoltà, mi
sempre più leggera». Istriana ed ex collaboratrice domestica, ha dovuto superare negli anni Novanta anche la malattia tumorale del marito,
che ora, colpito dall’Alzheimer, non la riconosce neanche più.
«Quando posso lo vado a trovare» ci dice adesso un po’ stanca dalle tante
parole pronunciate ma soprattutto dal ripercorrere ricordi di momenti difficili.
«Dai volontari di anvolt ho anche imparato qualcosa: a non abbattermi mai, perché
c’è sempre un aspetto positivo da prendere e, soprattutto, c’è sempre qualcuno che,anche nei momenti più bui, arriva e si prende cura di te».M/I